Capitoli

Tempo di lettura: 3 min

5 maggio 2023

L'Amicizia e le Connessioni Umane

In questi ultimi tempi, la città in cui mi trovo, la condizione sociale e l’approccio con cui mi pongo agli altri, mi permettono (e mi hanno permesso) di conoscere un considerevole numero di persone.

Alcuni potrebbero pure pensare che siano troppe, e ora sto iniziando a crederlo pure io.

Ho preso atto che tenere conto di troppi amici, cercando di avere un rapporto costante e duraturo, sia dispendioso in termini di tempo. Potrei dire che sta diventando come un lavoro, perché questo richiede anche un certo impegno e organizzazione durante le mie giornate disorganizzate.

L'Importanza di Superare i Pregiudizi

ho capito che le amicizie possono aprire un sacco di porte. Le amicizie sono connessioni: possono mettere in contatto persone che non si conoscono direttamente ma che possono provvedere per un secondo “obiettivo” (senza neanche ostentarlo o conoscerlo inizialmente), oltre che a quello puramente ricreativo.

Infatti, trovo che il lato positivo di ciò, è quando questa connessione provvede appunto ad uno scopo “nascosto” inizialmente, senza chiedere nulla in cambio, o comunque l’adempimento di esso è smosso da ideali veri, e non per esempio dai soldi.

Amici di un'isola laggiù. Thailandia

La cosa più curiosa è scambiarsi opinioni completamente opposte, oppure interagire con una persona che vive in un contesto economico, sociale o culturale completamente opposto al mio. Questo ad alcuni potrebbe sembrare futile o pauroso, ma permette di porsi delle domande su quello che si è e in cui si crede. Può addirittura arricchirci come persona e aiuta a crescere: ad avere un pensiero critico.

Diviene utile anche se sei uno zuccone testardo come me, perché sprona a trovare motivazioni aggiuntive e valide per dar forza alle proprie convinzioni.

L'Arte di Conoscere e Scegliere Chi Conoscere

Tutti questi lati positivi però saranno possibili solo a chi è disposto a farlo, a chi è aperto, a nuovi pareri per esempio.

Se si parte chiusi di mente e indisposti, si rimarrà allo stesso punto di partenza. Non si riceverà nessun valore aggiunto da quella conversazione o amicizia, e quindi non ci sarà una crescita.

Il pulmino della speranza. Casa

Una cosa che limita l’apprendimento di insegnamenti da persone e contesti diversi sono i pregiudizi. Questi uccidono sul nascere le possibilità di crescita. Fanno più male a noi che alle persone a cui poniamo il giudizio.

I pregiudizi possono essere anche visti come aspettative, nei confronti del pensiero, comportamento e comunicazione dell’altro. Nutrire delle aspettative sugli altri può non essere sempre sbagliato: possono proteggerci. Ma nel 99% dei casi questa protezione non serve, è solo una protezione da una paura inutile.

Quando poniamo delle aspettative sulle persone, saremo molto più inclini a venirne delusi.

Per conoscere nuove persone è fondamentale un atteggiamento preparatorio: l’approccio.

Si dice che la prima impressione arrivi dopo poco, pochissimo. Qualcuno dice 7 secondi mentre altri sostengono che basti un decimo di secondo per farci un’idea. Ad una velocità simile a quella della luce insomma. O si potrebbe dire, al tempo necessario al nostro cervello di elaborare l’immagine davanti a noi.

Tutto questo, senza neanche averci avuto a che fare, manco una parola o movimento.

Il pre-giudizio arriva molto prima: da un semplice sguardo, il nostro.

Ragazzi conosciuti per strada casualmente. India

Penso che sia quasi impossibile non avere pregiudizio. Ci sono troppi input nella nostra mente che incontrano e distorcono quel nostro primo sguardo. Basta pensare all’abbigliamento, il linguaggio del corpo, l’aspetto fisico, la dialettica, lo stato d’animo, ecc.

Questo famoso pregiudizio porta a una cosa: alla categorizzazione. Ci si “etichetta”, come se fossimo degli oggetti su uno scaffale del supermercato.

NIENTE DI PIÙ LIMITANTE!

Una volta che un soggetto è stato categorizzato, immagazzinato in quel compartimento, sarà difficile che riceva un secondo collocamento. Questo immagazzinamento mentale, comporterà un cambio del comportamento di entrambi gli interlocutori. Non sarà più un’interazione tra persone, ma tra l’idea (l’etichetta) che si è creata tra le due parti.

Se qualcuno ti si presenta con una stretta di mano decisa, quanto cambia la tua opinione su di lui?

L'arrivederci di un amico. Thailandia

Qualcuno sostiene che per innamorarsi basti meno di un secondo…

Secondo me sono tutte cazzate. Prima di tutto perché non si dovrebbe parlare di innamoramento ma di infatuazione. E in quel caso mi domando: ci infatuiamo di quella persona nella sua interezza, o del suo aspetto fisico, del suo modo di mostrarsi, o dell’idea che ci siamo fatti di lei?

È curioso però quando cambiamo radicalmente concezione dell’altra persona. A me piace molto quella sensazione, quello strap dello staccare dalla fronte l’etichetta sbagliata che gli avevamo appiccicato.

Siccome è veramente difficile non avere pregiudizi, ci gioco sopra. È una sfida che mi piace fare con(-tro) me stesso.

In pratica, partendo da un semplice sguardo, trovo gusto nel cercare di capire che tipo di persona ho davanti: capire il mio pregiudizio. Lascio che la mia mente applichi in automatico quell’etichetta. Poi, interagendoci, sta a me cercare di smentire o vedere dove il mio pregiudizio abbia sbagliato.

È una sfida che rende l’inconsapevole automatismo mentale un consapevole giudizio della persona in questione. Una doppia presa di coscienza.

Tornando al discorso principale, il problema che si sta venendo a creare è che conoscere tutti è ovviamente impossibile, e conoscere troppi è impegnativo. D’altra parte, conoscere pochi è riduttivo.

Ma quindi qual è il numero giusto?

Boh, dipende.

Ma se conosco già troppe persone, non vale la pena conoscerne altre? Dovrei essere schivo nei loro confronti solo perché sono “arrivati tardi”?

Credo proprio di no.

Devo però capire bene con chi veramente voglio trascorrere il mio tempo, e per farlo devo prima capire veramente chi ho davanti, oltrepassando tutte le fasi del pregiudizio. Questo perché la cosa più preziosa su questo mondo è il tempo. Non c’è niente di più brutto che sprecare il proprio tempo con persone sbagliate. Non dico che ci siano persone giuste o persone sbagliate, ma ci sono persone più affini e meno affini a noi.

Mi sento quindi “in dovere” di essere imprenditore di me stesso (dove però la moneta di scambio è la serenità), per capire quanto più possibile con chi davvero ne vale la pena di investire il mio tempo. E di non pentirmene in caso di errore, ma passare oltre.

Andare avanti, non avendo paura di cambiare amicizie, perché cambiando me stesso, cambieranno anche le persone con cui mi vorrò circondare, essendo essi la rappresentazione di diverse sfaccettature di me stesso.

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