L'Inizio Tranquillo e la Calma della Campagna Olandese

Mentre tutte le sere la lotta con le mosche continuava imperterrita, durante la giornata mi occupavo dei più disparati lavoretti. Oggi 20 agosto, sono inaspettatamente in anticipo per il mio turno di lavoro, e quindi decido di raggiungere gli animali al pascolo per godermi dell’aria fresca con loro. Qui per colazione c’è odore di erba umida di campo, quiete e qualche starnazzo di fauna locale in sottofondo. Difficile chiedere di più. Le mucche, sempre protagoniste del mio soggiorno, rimangono calme alla mia presenza e ci godiamo tutti insieme questo spettacolo di colori mattutino.

Il Disastro con la Vernice e l'Incontro con Il Vecio

La vista da quassù è uno spettacolo: il cielo limpido è interrotto da qualche spennellata di nuvole bianche e l’acqua del porticciolo riflette queste infinite sfumature. Mi rendo conto di non essere affatto abituato a tutta questa calma, quella stessa calma con i cui i due vecchietti qui davanti si stanno godendo il loro pic-nic.

Continuo il mio lavoro di spennellamento pomeridiano con vernice che ormai mi ritrovo addosso in ogni dove. Devo ammettere che mi piace questo mio sporcarmi e quando vado a lavarmi le mani provo una certa soddisfazione nel togliere la pittura e sporco dai polpastrelli. Questa mia prova visiva del lavoro manuale.

Il Panico e la Soluzione Inaspettata

Ma si fa presto a sbagliare e in questo sono sicuro di essere il migliore. Mi arrampico per l’ennesima volta per arrivare alla mia postazione con vista porticciolo quando…SBAM!

Un colpo secco in testa. Accidentalmente sbatto contro il ponteggio sopra di me e il colpo fa vacillare il secchio pieno di vernice. Sì, proprio quello.

Nella mia testa inizia una musica da un quintetto d’archi che accompagna la scena a rallentatore:

Il secchio ondeggia, compie ben 1…2…3 saltelli e…

BOOM!

Finisce a terra con una rovinosa caduta.

Irrimediabilmente vanno a rovesciarsi ben 4 litri di vernice bianca sulla facciata del del b&b di Johan.

PANICO.

CHE DEVO FARE???

Non c’è nessuno in fattoria a cui chiedere aiuto se non al padre di Johan (che chiamerò Il Vecio). Con Il Vecio è impossibile parlarci. Conosce solo qualche vocabolo in inglese, boffonchia e si lamenta solo. E’ un tipo vecchio stampo a me particolarmente antipatico. Cosa ovviamente reciproca.

È facilmente intuibile che lo infastidisce fino al midollo l’idea che uno straniero (italiano, per giunta) lavori nella sua fattoria.

Cerco di spiegargli velocemente la situazione da lontano, ma sembra non darmi importanza. Muovo le mani velocemente in aria come le persone che chiedono soccorso e finalmente mi raggiunge sul vialetto. Inizia a blaterare qualcosa in olandese, credo lamenti e altre cazzate. Gli chiedo come possiamo risolvere velocemente prima che la vernice si asciughi, e l’unica cosa che gli viene in mente è di prendere una cazzuola per raccogliere la vernice.

CHE IDEA STUPIDA!

Mi dico.

Ma è l’unica cosa che abbiamo a disposizione a quanto pare, e così iniziamo ad arraspare da terra la vernice in eccesso. Mi sento un completo idiota. Chissà come si sente lui, a questo punto.

Finalmente torna Johan, mio salvatore, e mi porta subito una idropulitrice, ma sembra ormai troppo tardi.

Perdiamo le speranze, ma non la serenità. Johan mi vede che provo vergogna e mi dice di stare tranquillo, che il giorno dopo gratteremo via tutto.

E’ giunta l’ora di ritirarmi al mio alloggio con le mie amiche mosche a ripensare alla giornata e riposare.

Nota 1

Sono andato a trovare Johan due anni dopo e durante il nostro incontro, lui mi disse che si ricordano ancora tutti perfettamente di me, indicandomi quella vernice che è rimasta così come l’avevo lasciata.

Nota 2

Soffro di vertigini.

Non nego che quando ho sistemato il ponteggio al punto più alto, durante gli spennellamenti sentivo la famosa sensazione che l’ambiente ruotasse tutt’intorno. Ma cerco sempre di nasconderlo, anche a me stesso.